Il Blog dell'Ordine degli Avvocati di Messina

Il clan degli Attori: un vento nuovo “tra palco e realtà”

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Il clan degli Attori”, l’associazione culturale – teatrale fondata dai due attori messinesi Giovanni Maria Currò e Mauro Failla ha aperto, nei giorni scorsi, un piccolo teatrino presso la nostra città (esattamente in via Trento n°4).

All’interno della struttura, Giovanni e Mauro, grazie alla collaborazione con “il piccolo teatro blu” di Gerardo Fiorenzano e Cristina e Giuseppe Capodicasa, hanno organizzato dei corsi di recitazione per ragazzi e adulti ed una rassegna teatrale con ben tredici spettacoli che si svolgeranno da Novembre 2016 a Maggio 2017.

Incuriosito da questa pregevole iniziativa, da appassionato del mondo teatrale, ho deciso di fare loro una visita per conoscerli meglio e porgergli alcune domande.

  • Ragazzi, in una città dove i teatri chiudono, voi ne aprite uno. Siete folli?!

Risponde prontamente Giovanni Currò : “se folli significa essere amanti del teatro allora sì, siamo folli!”

  • Negli anni ’60, ’70, ’80, Messina ha goduto di un buon prestigio teatrale, si pensi ad esempio Massimo Mollica ed i suoi San Carlino, Romolo Valli – oppure – il vecchio Teatro in Fiera dove i messinesi hanno potuto godere delle sapienti regie di Walter Manfrè o, addirittura, Andrea Camilleri. Perché questa vivacità teatrale del passato non è durata fino ai giorni nostri? Cosa è mancato secondo voi?

Mi risponde sempre Currò: “L’amore puro per il teatro. In passato, forse, il teatro era visto soprattutto come un mezzo di guadagno. Si aspettavano i finanziamenti e poi si produceva. Invece il teatro deve avere alla base una forte passione e non lo si può fare aspettando l’aiuto o il finanziamento perché non è come aprire una rosticceria! Anche se – aggiunge scherzando – ad aprire una rosticceria ci avevamo pensato!!!”

  • E questa struttura è tutta opera vostra?

Prende la parola Mauro Failla: “Assolutamente sì! Abbiamo investito il nostro denaro, il nostro tempo e la nostra professionalità per questa realtà in cui crediamo tantissimo. Paghiamo l’affitto e abbiamo ristrutturato tutto, abbiamo pitturato le pareti, montato il palcoscenico grazie all’aiuto di Franco Currò.Tutte le nostre energie le abbiamo investite in questo progetto!”

  • So che vi siete formati professionalmente fuori Messina, a Roma precisamente, ma chi ve lo ha fatto fare di tornare ad investire qui il vostro denaro e la vostra preparazione? Proprio in un periodo storico in cui, chi può, fugge da Messina.

A questa domanda interviene Cristina Capodicasa, cofondatrice del “piccolo teatro blu”, che quasi venti anni fa ha lasciato Messina per formarsi a Roma come attrice. Cristina ha partecipato a numerose produzioni teatrali e da qualche anno si è dedicata, tra le altre cose, alla preparazione tecnica di giovani ragazzi che si vogliono avvicinare al mondo del teatro.

Io mi occupo di avvicinare i ragazzi al teatro, ciò anche al fine di creare un pubblico più educato. E in tal senso credo che Messina sia una città vergine, non so quanto sia fertile, ma sicuramente vergine! Non me ne sono mai andata con l’idea di non tornare nella mia città, ed oggi, grazie alla collaborazione con Giovanni e Mauro, posso mettere a frutto la mia esperienza maturata fuori.
A Messina abbiamo il culto dell’”esistere” ma dobbiamo imparare a “resistere”, ovvero non dobbiamo rassegnarci a subìre passivamente gli eventi ma dobbiamo guardare a quella parte di persone che vogliono agire per cambiare ciò che non và e, soprattutto, vogliono trasmettere le proprie idee senza remora alcuna. In questo il teatro è fondamentale!” 

  • E che tipo di risposta vi aspettate dal “pubblico” messinese?

Mauro Failla mi risponde: “non ci aspettiamo nessuna risposta. Ci aspettiamo solo tanta curiosità. Ci aspettiamo che vengano a trovarci per vedere cosa facciamo in questo teatrino. Ci aspettiamo che i nostri concittadini  si avvicinino ad un qualcosa di diverso senza pregiudizio. E, sa da un lato ci auguriamo, attraverso i nostri eventi, di recuperare un po’ i costi delle spese sostenute fino ad oggi, dall’altro vorremmo creare uno spazio di puro teatro per Messina.

  • E invece dai giovani ragazzi che seguono il vostro corso, cosa vi aspettate?

Prende la parola il giovane attore Giuseppe Capodicasa, anche lui del “piccolo teatro blu”: “i nostri corsi vogliono far sì che i ragazzi si abituino all’idea di ciò che può essere bello e onesto. Un esempio: domenica 23 ottobre saremo in scena, presso questo teatro, con lo spettacolo <<Nel regno di Re….Ciclaggio>>, lo spettacolo affronta, attraverso una sana ilarità, il tema dell’ambiente e dell’importanza di una corretta differenzazione dei rifiuti. Ecco, il teatro deve essere strumento di comunicazione e di educazione, così come lo era in origine; altrimenti sul palcoscenico si assiste solo ad un spettacolo, magari simpatico e carino, ma resta solo uno spettacolo e niente più!”

  • E parlando proprio di teatro: ormai da tempo si parla della famosa “crisi del teatro”, ma in cosa consiste veramente questa crisi?

A rispondere alla mia domanda questa volta è l’attore Gerardo Fiorenzano. Lui, a differenza degli altri, non è messinese bensì napoletano. Ha vissuto per trentacinque anni a Roma, ed oggi si ritrova a Messina per contribuire alla riuscita del progetto del “Clan degli Attori”.
Gerardo mi risponde con un aneddoto che la dice lunga: “qualche anno fa al Teatro Eliseo a Roma, è venuta ad esibirsi l’attrice francese Fanny Ardant. Ovviamente c’era grande attesa tra il pubblico, fino a quando entra in scena la famosa attrice e dice poche parole incomprensibili. Gli spettatori dopo un po’, ovviamente, si ribellarono. Alla fine della serata si cercò di capire cosa fosse successo, ebbene: Fanny Ardant, aveva chiesto alla produzione un particolare tipo di microfono che non le arrecasse fastidio. Quel tipo di microfono,affinchè potesse funzionare, costò alla produzione cinque mila euro! Io con quella cifra organizzo uno spettacolo intero ed affronto tutti i costi facendo tre repliche!”

  • Tornando a parlare di questa struttura, Giovanni e Mauro avete intenzione di offrire questo spazio anche a varie compagnie teatrali che, magari, hanno più difficoltà ad essere inserite nei cosi detti “teatri istituzionali”?

Certamente, noi abbiamo organizzato una stagione teatrale con ben tredici spettacoli, dove si esibiranno varie compagnie provenienti da tutte le parti di Italia. Tra l’altro, le abbiamo contattate noi personalmente dopo avere visto, tramite internet, pezzi dei loro spettacoli. Sono compagnie di altissimo livello che hanno accettato di prendere parte alla prima stagione del nostro teatro!”

  • In conclusione, che messaggio volete dare alla città a cui offrite questo nuovo spazio di culture e teatro?

Venite a trovarci!Tutto questo è per voi! Sarebbe bello se la domenica sera, anziché andare al solito cinema, veniste a vedere uno degli spettacoli che faremo nel nostro teatro. Questo sarebbe un gran risultato!”

Finiamo la chiacchierata. Ci salutiamo, mi avvio verso l’uscita e rimango colpito dal grande entusiasmo con cui mi hanno raccontato la loro storia ed il loro progetto, entusiasmo animato solo dal forte amore verso il teatro. Pensando a loro mi viene in mente una citazione di Josephine Hart che lessi qualche anno fa in un altro piccolo teatro della Calabria: “non si mette da parte la propria voglia di recitare così come la notte non mette da parte le sue stelle”.

Buona fortuna ragazzi, ve la meritate!

ernesto marciano
Ernesto Marcianò

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