Il Blog dell'Ordine degli Avvocati di Messina

La resilienza dell’avvocatura

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Che la nostra professione fosse messa non male, ma malissimo lo sapevamo già.
È una battaglia che combattiamo ogni giorno su diversi fronti giovani e meno giovani, alla ricerca del giusto compromesso e sperando che la regola della concorrenza, quella del “vinca il migliore” faccia la differenza.
Infondo un po’ tutti pensiamo di essere i migliori, anche solo per il fatto di continuare a rimanere a galla.
I costi esorbitanti per mantenere l’iscrizione all’albo fanno fuggire i finti professionisti che riescono a raccogliere solo qualche ricorso in opposizione a contravvenzione da qualche parente o amico, sperando che l’ultima novità legislativa introdotta qualche ora prima di depositarlo, non lo bolli come inammissibile, senza avere rimediato quella condanna alle spese dell’ente che ha emesso il provvedimento e che rappresenta l’unica speranza di guadagno, perché il cliente amico/parente bene che vada ti anticipa solo le spese del contributo unificato.
È una tragedia, non lo dico io, ma lo dicono i numeri, le numerose cancellazioni, i tanti colleghi anche non più giovanissimi che preferiscono partecipare ai più disparati concorsi, sperando di vincerli anche se ciò significherebbe trasferirsi altrove, molto altrove lontano da famiglie e affetti.
Qual è il futuro che possiamo immaginare per la nostra generazione, ma anche (e soprattutto) per quella futura?
Scarso, scarsissimo.
Lottiamo con la frustrazione, la stanchezza e l’incertezza del futuro.
Ma il quadro non finisce qua. L’ultima pennellata la diamo al mattino, quando già stanchi prima di cominciare perché dobbiamo affrontare una lunga giornata fatta di tanto e di niente, apriamo le mail.
Scansato il pericolo di una pec che annuncia chissà quale sciagura, ecco le mail di pubblicità rivolte proprio a noi professionisti di oggi.
Perché sulla nostra disperazione, sulla nostra frustrazione, sulla incapacità delle istituzioni di salvaguardia dell’ultimo baluardo di legalità, c’è chi ci specula.
Meschinamente, cinicamente, irrispettosamente, quando la società “tal dei tali” offre a noi disperati professionisti di oggi di comprare – si sì ho scritto proprio comprare – online i contatti di un pacchetto di clienti, il cui numero dipende da quanto sei disposto a pagare, che hanno richiesto un “parere” legale sulle più disparate materie. E pubblicizzano anche offerte promozionali, del tipo paghi 3 prendi 4, regolamentando anche il diritto di recesso se quel contatto risulta inesistente.
Mi era quasi venuta la voglia di cliccare “compra” per verificare la sconcezza della proposta, avrei buttato via quei 200/300 euro faticosamente raccolti per constatare quanto si può essere sciacalli rispetto alla disperazione di tanti di noi, perché solo la disperazione può spingerti a spendere soldi per comprare il lavoro che poi ti devi comunque guadagnare con fatica e un retroscena di responsabilità, che non si può più sottovalutare.
Mi sono meravigliata, indignata, scoraggiata e poi offesa.
Ricercavo responsabilità, illeciti contravvenuti e alleati nella rivolta che ero disposta a fare.
Dov’è finito il rapporto fiduciario con il cliente, l’empatia e la condivisione?
Ma poi ho riflettuto e ho pensato che non fosse poi così diverso da quel cliente presentato dall’amico dell’amico e per il quale ho girato i Tribunali di mezza Italia, senza ricevere nemmeno il rimborso spese, ho predisposto atti e transazioni, dato pareri e anche conforto per poi ricevere, alla mia legittima richiesta di un acconto, che lui ha dato incarico a me “per potarmi avanti”, perché conosce tanti avvocati che avrebbero lavorato per lui gratis.
E allora mi sono detta ma è davvero questa la professione di cui mi sono innamorata e che ho sposato? È questa l’idea che la gente si è fatta dell’avvocatura, quella disposta a comprare contatti online per lavorare, quella disposta a lavorare gratis pur di avere il nome in calce ad un atto, quella disposta a vendersi e svendersi?
È difficile, quasi impossibile, per esercitare questa professione bisogna avere amore, dedizione e tanto coraggio, ma purtroppo anche le spalle coperte.
Bisogna inventarsi e reinventarsi ogni giorno, ma non si può e non si deve perdere la dignità e il rispetto di se stessi e di quella toga che ogni giorno portiamo con orgoglio e che pesa come un macigno.
La risposta del perché vado avanti nonostante i tanti muri da abbattere, le incertezze e le lotte da combattere, me la danno però gli stessi clienti, quelli veri, quelli puri, quelli che ti conoscono e per questo ti hanno scelto.
Quelli che ti dicono: “avvocato io mi fido di lei”.
Quelli che se non ti possono pagare e allora ti portano lo Stock 84 a Natale e l’agnellino di marzapane a Pasqua e che ti dicono con tanta umiltà: “avvocato io non mi sono dimenticato di lei e di quello che ha fatto per me”.
Quelli che ti chiamano e che ti invitano alla Comunione del figlio.
Quelli che ti portano i confetti del 25esimo anniversario di matrimonio.
E potrei continuare ancora.
E allora stringi i denti e clicchi l’icona “cestino” sulla mail pubblicitaria e firmi una rinuncia di quel cliente che ti voleva “portare avanti” credendo che il tuo compenso fosse quello.
Stringi i denti e vai avanti perché ci credi ancora che l’Avvocatura è una nobile professione e che ti rende felice aiutare chi viene in cerca di aiuto, riponendo in te la sua totale fiducia.
Il mio appello è ai miei colleghi.
Non consentiamo che i nostri comuni nemici ci rendano nemici tra di noi che invece siamo alleati e che combattiamo ogni giorno la stessa battaglia in difesa della toga che indossiamo!

 

frida simona giuffrida
Frida Simona Giuffrida

 

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