Il Blog dell'Ordine degli Avvocati di Messina

“Il mare, il sogno e l’accoglienza: cerimonia conclusiva del Corso di Alta Formazione in Diritto dell’Immigrazione”.

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Sabato 7 ottobre 2017 alle 10.00 ha avuto inizio la cerimonia conclusiva del Corso di Alta Formazione in Diritto dell’Immigrazione.
Le prime battute della manifestazione sono state dettate dall’intervento del delegato alla formazione del Consiglio dell’Ordine, Avv. Giovanni Villari, che ha tirato le somme dell’esperienza appena conclusasi, ricordando come l’accoglienza debba passare attraverso la creazione di specifiche competenze in capo agli operatori che si apprestano a fronteggiare il fenomeno migratorio. Grazie al lavoro di squadra, il corso è riuscito a tradursi in un momento di reale accrescimento culturale e professionale. Il Segretario del Consiglio dell’Ordine, Avv. Giovanni Arena, non ha mancato di significare, anche a nome del Presidente, l’apprezzamento che questa esperienza formativa, quale iniziativa pilota in Italia, ha suscitato nella comunità tutta, divenendo anche modello per gli altri consigli dell’ordine nazionali.
Dopo queste considerazioni introduttive, la cerimonia è proseguita con la proiezione del cortometraggio “Al di là del mare”, del regista messinese Fabio Schifilliti. Il film, che sta ricevendo numerosi riconoscimenti in tutto il mondo, racconta il fenomeno dell’immigrazione attraverso la storia di Jamal, giovane ragazzo del Gambia, ospite presso il centro per minori stranieri “Casa Ahmed”, la cui passione per la musica diviene strumento di abbandono e superamento dell’esperienza di morte e disperazione affrontata in mare, per tradursi in speranza e rinascita.
Il tema del nostro mare, così come poi esplicitato dal registra Fabio Schifilliti, è volutamente affrontato come “ostacolo e sogno”. Ostacolo come il legame indissolubile che tiene saldo ogni messinese alle radici della terra natìa, impedendo talvolta la possibilità di lasciarla per inseguire quel sogno di vita che forse potrebbe più facilmente trovare pronta realizzazione altrove. Madavvero quel sogno potrebbe mai trovare piena realizzazione in un luogo diverso da casa?
E ancora, sogno, come la speranza – che ho visto negli occhi di ogni mio amico, parente o collega che ha lasciato Messina con il cuore infranto – di poter poi fare ritorno nella città dello Stretto e importare quanto di buono costruito lontano, nel luogo in cui le radici sono ancora forti.
Allo stesso modo per tutte quelle persone che lasciano la propria casa, i propri genitori e fratelli, e affrontano la morte nel deserto, prim’ancora che in mare, in cerca di un luogo nel quale i loro diritti più elementari non siano sistematicamente violati dalla pubblica autorità dello stato di appartenenza o da altre figure non istituzionalizzate presenti sul loro territorio.
Il viaggio come mezzo ed anche pericolo, viene ripreso dalla scrittrice e giornalista Erminia Dell’Oro, autrice del libro “Il mare davanti”, la cui intervista – ad opera della collega Giuseppina Cammaroto – è stata pubblicata nei giorni scorsi sul sito di Messinordine. L’autrice racconta la storia vera di Zigghy, un ragazzo eritreo costretto prima a vivere da clandestino nel proprio paese, per aver disertato il servizio militare (in realtà tornando in ritardo da una licenza per cause non dipendenti dalla sua volontà), poi a fuggire in cerca di una speranza di vita.
Nessuno racconta che, per molte delle persone che lasciano la propria terra, il primo luogo in cui tutte le speranze si infrangono è il deserto. Infatti, la stragrande maggioranza delle famiglie che intraprendono il viaggio non arriverà neanche a vedere il mare.
Zigghy ce l’ha fatta. E’ arrivato in Italia dopo tante traversie e grazie ad un espediente: non avendo i soldi per poter affrontare la traversata sul barcone, si è offerto di condurlo per poter effettuare la traversata gratuitamente.
Dieci anni fa, all’epoca dei fatti, questi espedienti potevano ancora essere utilizzati per riuscire a giungere sulle nostre coste senza conseguenze spiacevoli. Oggi, la giurisprudenza qualifica queste condotte come concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ciò significa che dopo essere sopravvissuti alle persecuzioni in patria, al deserto e al mare, c’è comunque il carcere italiano ad aspettare queste persone e ad ospitarle per lunghi periodi.
A pena espiata, poi, nell’id quod plerumque accidit, ci sarà da fronteggiare la misura di sicurezza dell’espulsione con un’indagine sulla pericolosità sociale sulla quale peseranno immancabilmente il retaggio di una condanna a pena detentiva per un reato molto grave e la condizione di straniero irregolare.
A seguito degli interventi di Fabio Schifilliti ed Erminia Dell’Oro è stato il momento della lectio magistralis dell’Avv. Lorenzo Trucco, avvocato del foro di Torino, Presidente dell’Associazione Studi Giuridici Immigrazione (ASGI). Con l’umanità e la competenza che lo contraddistinguono – qualità note a chiunque abbia avuto il piacere di fare la sua conoscenza – ha affrontato le principali criticità correlate al c.d. decreto Minniti e in particolare alla deminutio che questo ha determinato sulle garanzie difensive dei cittadini stranieri e, in generale, sul rispetto di loro diritti fondamentali.
Nell’assenza di norme chiare e di una disciplina realmente tesa a garantire il rispetto del principio di eguaglianza sostanziale, il ruolo dell’avvocato torna ad avere un’importanza centrale: egli diviene interprete e traduttore delle esigenze del suo assistito; intermediario e conciliatore tra le domande del cittadino straniero e le risposte dell’apparato burocratico. L’avvocato, cuore pulsante dell’accoglienza, torna ad occupare il suo posto nella funzione sociale per cui è nato e si è formato, dopo anni di studi e sacrifici.
Questa funzione, che trova ampio riconoscimento nella nostra comunità, è stata ribadita anche dall’Assessore ai servizi sociali, dott.ssa Nina Santisi, intervenuta alla manifestazione per significare l’apprezzamento che il Comune e la Città Metropolitana di Messina hanno maturato nei confronti dell’iniziativa di istituzione del Corso di Alta Formazione in Diritto dell’Immigrazione presso l’Ordine Avvocati di Messina.
E giungiamo, dunque, alla conclusione della cerimonia e alla consegna attestati a tutti i partecipanti al corso.
Quel momento è stato per me, che ho assistito sin dal principio alla nascita del corso, il punto di sublimazione di un percorso durato sei mesi, nei quali abbiamo giorno per giorno costruito un legame con ciascun singolo collega, condividendo la fatica, gli imprevisti e le soddisfazioni che derivano dalla possibilità di studiare una materia trasversale e complessa come il diritto dell’immigrazione, dalla viva voce dei principali esperti nazionali in materia.
Non è stato un cammino comodo o semplice, abbiamo fatto tanti sacrifici e abbiamo dovuto duplicare i nostri sforzi per portare avanti il corso senza sottrarre tempo e qualità alla nostra attività professionale, ma, adesso che siamo giunti alla conclusione di questo splendido progetto, posso ben dire che ne è valsa la pena.
Un grazie speciale al nostro fotoreporter d’eccezione della giornata, Ahmed, che pur essendo giovanissimo sa già che il suo sogno al di qua del mare è la fotografia.
Arrivederci e alla prossima puntata!

 

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Letizia Valentina Lo Giudice

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