Il Blog dell'Ordine degli Avvocati di Messina

Boris Giuliano, dagli anni messinesi all’esperienza di Palermo.

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Il 20 ottobre 2016, nell’Aula Magna dell’Ateno di Messina, si è tenuta una emozionante giornata in ricordo del Commissario Giorgio Boris Giuliano.

“Emozionante” perché organizzatori, relatori e presenti tutti hanno condiviso con emozione palpabile il ricorso di un uomo che ha dedicato la sua vita alla giustizia con passione, coraggio e vibrante umanità.
Giorgio Boris Giuliano, nato a Piazza Armerina (Enna), il 22 ottobre del 1930, ha vinto il concorso di Funzionario di Pubblica Sicurezza nel 1963 e subito è stato assegnato alla Questura di Palermo.
Investigatore appassionato e moderno, specializzatosi alla nota Accademia dell’FBI, ha intuito ben presto che le organizzazioni criminali tendevano ad abbandonare i tradizionali percorsi”, per dedicarsi al traffico di droga ed al riciclaggio. Durante la carriera,gli sono stati attribuiti meriti speciali e numerosi riconoscimenti per operazioni di polizia.
È stato dirigente della squadra mobile di Palermo dal 20 ottobre 1976, dimostrando notevole capacità professionale e grande spirito di sacrificio ottenendo brillanti risultati nell’azione di contrasto alla criminalità. In quegli anni, è riuscito a realizzare l’arresto di alcuni tra i più noti latitanti dell’epoca, tanto da ricevere attestati e riconoscimenti ed una promozione per merito straordinario.
È stato ucciso in un agguato mafioso, l’esecutore materiale fu proprio Leoluca Bagarella, il 21 luglio 1979.
Giuliano fu anche il primo a indagare su Totò Riina negli anni in cui il boss stava prendendo il potere e stava preparando la mattanza che avrebbe insanguinato Palermo dal 1978 al 1983.
Tra le ultime indagini, un’enorme evasione fiscale che poteva essere una tangentopoli ante litteram, le esattorie dei cugini Salvo e il caso De Mauro.
Il suo metodo investigativo, condiviso con una “squadra” di uomini a lui legatissimi, ha rivoluzionato il modo di fare indagini in Italia, come aveva ricordato anche Giovanni Falcone.
Ottimo padre di famiglia e amico, ha lasciato un ricordo vivo e indelebile in chi lo ha incontrato.
Nella giornata del 20 ottobre 2016, lo hanno ricordato, scegliendo, in questa circostanza, di segnalarne il grande valore umano, nell’ordine: il Dottor Giuseppe Cucchiara, Questore di Messina, la Professoressa LUCIA RISICATO, Ordinario di Diritto Penale dell’Univesità di Messina, la Dottoressa Alessia Franco, scrittrice e giornalista, il Professor Giovanni Moschella, Direttore del Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche dell’ Università di Messinae la Dottoressa SELIMA GIULIANO, figlia di Giorgio Boris Giuliano.
Alle relazioni sono seguite due testimonianze di amici messinesi del Commissario Giuliano: il Dottor Giuseppe Loteta ed il Professor Giulio Santoro. che con lui hanno condiviso, non solo la passione civile, ma anche indimenticati momenti di vita giovanile.
La giornata si è conclusa con l’ammirazione del Trittico di Luigi GhersiIl processo. Omaggio al commissario Boris Giuliano ucciso dalla mafia il 21 luglio 1979, accompagnata dalle Letturedi LINUCCIA GHERSI e BARBARA FAZZARI.
Il Trittico del Maestro Ghersi è ancora esposto nell’atrio del Rettorato dell’Università di Messina e sarà collocato, per scelta della famiglia Ghersi, in un locale dell’Università di Messina, cui è stato concesso in comodato d’uso.

Così la Dottoressa Alessia Franco ha commentato la mattinata del 20 ottobre 2016: “Messina, a cui sono legata da molti affetti, ha imparato prima di altre città il valore della memoria. Credo che questo sia dovuto a eventi luttuosi, ma anche alla tenacia e alla forza di un gruppo di persone che decisamente non si rassegna. Tra queste, la professoressa Lucia Risicato, che ha organizzato una bella giornata di studio sul commissario Giorgio Boris Giuliano proprio all’università di giurisprudenza, che lo ha visto laureare e da lì spiccare il volo, pagando un tributo enorme. Alla figura del commissario mi sono avvicinata qualche anno fa: una figura rivoluzionaria, che capiva a fondo l’importanza della memoria e del rapporto con il prossimo, anche se questo prossimoaveva solo pochi anni. Un personaggio dalla umanità struggente e tenera, che ricordo nel mio libro “Raccontami l’ultima favola”, edito da Mohicani”.

È stata una giornata di grande partecipazione, caratterizzata dalla presenza di tanti giovani interessati e appassionati.
Circostanze di tale valore meritano di essere sottolineate perché, come anche noi crediamo, “per essere buoni giuristi, non possiamo essere solo giuristi”.

Simona-Raffaele
Simona Raffaele

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