Hai il raffreddore e devi operarti? Ecco cosa succede davvero e i rischi che corri

Affrontare un intervento chirurgico quando si ha il raffreddore suscita spesso interrogativi e preoccupazioni. La domanda che molti si pongono, infatti, riguarda la sicurezza della procedura e i rischi reali che si corrono in presenza di sintomi anche lievi. Nonostante il raffreddore sia generalmente considerato una patologia lieve, per chi si appresta a entrare in sala operatoria rappresenta un fattore da non sottovalutare. Gli specialisti in anestesia e rianimazione sottolineano l’importanza di valutare con attenzione ogni sintomo a carico delle vie aeree e del cavo orale, considerando che ogni stato infiammatorio può avere conseguenze rilevanti sulla gestione perioperatoria e sull’anestesia stessa.

Come il raffreddore può influenzare l’anestesia e l’intervento

L’anestesia generale è uno dei momenti più delicati dell’iter chirurgico; essa comporta una temporanea perdita di coscienza e il rilassamento dei muscoli, producendo una riduzione dei meccanismi di difesa delle vie respiratorie. Quando sono presenti processi infiammatori, come accade con il raffreddore o la rinofaringite acuta, le mucose delle vie aeree superiori risultano già irritate e congestione, produzione di muco e tosse possono rendere più complesso il mantenimento della pervietà delle vie aeree durante e dopo l’anestesia.

Gli anestesisti valutano attentamente segni come:

  • Tosse persistente o accentuata
  • Produzione abbondante di muco o catarro
  • Presenza di febbre
  • Sensazione di “solletico” al petto o irritazione della gola

In assenza di questi sintomi, cioè in caso di raffreddore lieve e senza alterazione dello stato generale di salute, la procedura chirurgica potrebbe essere eseguita senza particolari rischi aggiuntivi. Tuttavia, va sempre consultato il personale medico che valuterà caso per caso la situazione ed eventualmente deciderà se posticipare l’intervento per evitare potenziali complicanze intraoperatorie o postoperatorie.

I rischi reali: infezioni, complicanze respiratorie e ritardi nella guarigione

Il rischio principale associato alla presenza del raffreddore prima di un intervento riguarda l’aumento delle complicanze respiratorie. Durante l’anestesia, le difese naturali delle vie aeree sono temporaneamente indebolite, facilitando l’ingresso di agenti patogeni nei polmoni e favorendo l’insorgenza di infezioni come bronchiti, faringiti o persino polmoniti.

Nei bambini e nei soggetti allergici, queste complicanze risultano più frequenti, ma anche negli adulti con raffreddore o infezione in atto vi è un rischio aumentato di:

  • Ostruzione delle vie aeree per accumulo di muco
  • Broncospasmo (chiusura dei bronchi in risposta all’irritazione)
  • Desaturazione (riduzione dell’ossigeno nel sangue)
  • Prolungamento della degenza e della ripresa post-operatoria

Il periodo post-operatorio è delicato, perché la presenza di muco e congestione può ostacolare una corretta ossigenazione e rallentare la guarigione. È importante prestare attenzione anche alle procedure di igiene nasale: soffiare il naso con troppa forza, ad esempio, può spingere i fluidi verso i seni paranasali o l’orecchio medio, aumentando il rischio di infezioni auricolari o di sinusite.

Quando l’intervento viene rimandato e come comportarsi

I criteri di valutazione che portano a rimandare un intervento programmato sono molteplici e dipendono dalla presenza o meno di sintomi severi, dalla natura dell’operazione, dallo stato di salute generale del paziente e dall’urgenza della procedura. In caso di:

  • Febbre superiore ai 37,5°C
  • Raffreddore accompagnato da tosse insistente o difficoltà respiratorie
  • Infezione delle vie respiratorie in fase acuta
  • Compromissione dello stato generale di salute

Il chirurgo e l’anestesista possono decidere di rinviare l’intervento fino alla completa risoluzione dei sintomi, soprattutto per evitare potenziali complicanze durante la somministrazione dell’anestetico e nel decorso successivo. Nei casi in cui l’intervento sia invece urgente (come per la rimozione di una massa), la presenza del raffreddore porterà a una gestione più attenta da parte dell’équipe sanitaria, che potrebbe adottare ulteriori precauzioni intraoperatorie.

Prima del ricovero, il paziente è tenuto a informare il personale sanitario dell’insorgenza di nuovi sintomi, anche se lievi. In particolare, è fondamentale documentare ogni cambiamento rispetto allo stato di salute iniziale, soprattutto se emergono nuovi episodi di tosse, dolore toracico, dispnea o aumento delle secrezioni respiratorie.

Precauzioni e raccomandazioni pratiche

Per ridurre al minimo i rischi, è consigliato:

  • Avvisare immediatamente l’ospedale o il proprio medico in caso di sintomi sospetti, anche il giorno prima del ricovero
  • Non assumere farmaci decongestionanti senza consulto medico, in particolare cortisonici o antibiotici, che potrebbero mascherare i sintomi
  • Seguire scrupolosamente le indicazioni preoperatorie relative a digiuno e farmaci prescritti
  • Mantenersi idratati e riposare adeguatamente, per favorire un recupero rapido in caso di sintomatologia lieve

Dopo l’intervento, se compaiono o persistono sintomi simili a un raffreddore — come congestione, dolore nasale, formazione di croste o secrezioni — è essenziale seguire scrupolosamente le indicazioni per la gestione post-chirurgica fornite dal medico. In molti casi, specialmente dopo interventi che coinvolgono i seni paranasali, sono raccomandati lavaggi nasali con soluzioni saline o l’utilizzo di lubrificanti endonasali antibatterici per prevenire infezioni e facilitare la cicatrizzazione.

In sintesi, affrontare un intervento chirurgico con il raffreddore è probabilmente sicuro solo in assenza di sintomi gravi e con la supervisione attenta degli specialisti, che valuteranno ogni circostanza individuale. È fondamentale che il paziente sia trasparente nel comunicare ogni sintomo e segua tutte le raccomandazioni pre- e post-operatorie per evitare complicanze e garantire la sicurezza della procedura.

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