Ingrassi anche se mangi poco? Potrebbe essere colpa di questi squilibri: ecco gli esami da fare

L’aumento di peso nonostante un’alimentazione apparentemente ridotta è una delle situazioni più frustranti nella gestione del peso corporeo. Questo fenomeno può dipendere da diversi squilibri metabolici, ormonali e comportamentali, spesso sottovalutati sia dal soggetto coinvolto che dagli stessi operatori sanitari. Comprendere le cause sottostanti e conoscere gli accertamenti diagnostici più utili è fondamentale per intervenire in modo consapevole e risolutivo.

Perché si può aumentare di peso mangiando poco: i principali meccanismi

Molte persone, nonostante assumano poche calorie, riferiscono di vedere il numero sulla bilancia salire costantemente. Questo apparentemente inspiegabile aumento può essere dovuto a diversi motivi:

  • Sottostima delle calorie introdotte: spesso si tende a valutare erroneamente la quantità reale di cibo consumato, anche a causa di spuntini inconsapevoli o porzioni sottostimate che, nel tempo, incidono sull’equilibrio energetico.
  • Ritenzione idrica: variazioni di peso possono dipendere dalla quantità di liquidi trattenuti dall’organismo, spesso legata a un eccessivo consumo di sale o alla fase del ciclo mestruale nelle donne.
  • Riduzione eccessiva delle calorie: una dieta troppo restrittiva induce il corpo a proteggere le sue riserve energetiche, abbassando il metabolismo basale e rallentando il dispendio calorico; si tratta della cosiddetta sindrome da rallentamento metabolico o effetto plateau. Questo fenomeno spiega perché, nonostante si mangi meno, l’organismo finisca col conservare grasso più facilmente.
  • Stile di vita sedentario: la mancanza di attività fisica riduce il fabbisogno energetico giornaliero, facilitando l’accumulo di peso.
  • Sbalzi emotivi e stress: le condizioni psico-emotive possono modificare la risposta neuroendocrina del corpo, alterando i processi digestivi e il metabolismo in modo significativo.

In definitiva, la chiave della regolazione del peso risiede nell’equilibrio energetico tra calorie assunte e spese, influenzato però da molte variabili fisiologiche, comportamentali e ambientali.

Squilibri ormonali che fanno ingrassare anche se mangi poco

Oltre ai fattori comportamentali e metabolici, assumono un ruolo centrale gli squilibri ormonali. Gli ormoni regolano il metabolismo, la gestione dei nutrienti, il senso di fame/sazietà e la distribuzione del grasso corporeo. I disturbi in questi sistemi possono rendere difficoltosa la perdita di peso persino con regimi alimentari restrittivi.

  • Tiroide: una produzione insufficiente di ormoni tiroidei (ipotiroidismo) rallenta il metabolismo basale e favorisce l’aumento ponderale, spesso associato a gonfiore e ritenzione idrica.
  • Insulina: l’iperinsulinemia o la resistenza insulinica, tipiche della sindrome metabolica e del prediabete, facilitano lo stoccaggio di grasso soprattutto addominale.
  • Cortisolo: il cosiddetto “ormone dello stress”. Livelli cronicamente elevati portano sia ad accumulo di grasso che a perdita di massa muscolare, oltre a promuovere la fame nervosa.
  • Leptina e grelina: la leptina regola la sazietà mentre la grelina stimola l’appetito. Se questi segnali sono alterati (leptino-resistenza, produzione eccessiva di grelina), il corpo può “credere” di dover conservare energia anche con un intake ridotto.
  • Estrogeni: negli squilibri ormonali femminili (es. menopausa, PCOS), la modifica del rapporto tra estrogeni e progesterone può facilitare la tendenza ad accumulare grasso, in particolare nella zona addominale.

Quali esami fare per identificare la causa degli squilibri

Quando si riscontra aumento di peso nonostante una dieta controllata, è fondamentale rivolgersi a un medico o a un nutrizionista per un inquadramento completo. Gli esami di laboratorio da considerare includono:

  • Esami della funzionalità tiroidea: TSH, FT3, FT4, eventuali anticorpi anti-tiroide, per valutare l’attività della tiroide e identificare ipotiroidismo o altre alterazioni.
  • Profilo glicemico e insulinico: glicemia a digiuno, curva da carico di glucosio e insulinemia, per verificare la presenza di insulino-resistenza o diabete latente.
  • Lipidogramma completo: colesterolo totale, HDL, LDL, trigliceridi, per indagare la presenza di dislipidemie che spesso si accompagnano a sindrome metabolica.
  • Dosaggio del cortisolo: utile nei casi di stress cronico o sospette alterazioni surrenaliche con ipercortisolismo.
  • Valutazione degli ormoni sessuali: estrogeni, progesterone, testosterone e DHEAS soprattutto in presenza di irregolarità mestruali, menopausa precoce, PCOS.
  • Transaminasi ed esami della funzionalità epatica: per individuare eventuali alterazioni metaboliche a carico del fegato.
  • Analisi della composizione corporea: bioimpedenziometria o DEXA forniscono informazioni precise sulla massa grassa, massa magra e ritenzione idrica.

Questi esami, interpretati in un contesto clinico integrato, consentono di individuare la causa organica o funzionale dell’aumento di peso resistente a una dieta ipocalorica e di impostare un piano terapeutico personalizzato.

Altri fattori nascosti che ostacolano il dimagrimento

Spesso, oltre agli aspetti endocrini e metabolici, vi sono ulteriori elementi che contribuiscono al fenomeno:

  • Sono interrotti i ritmi sonno-veglia: dormire poco o insonnia cronica favoriscono la dis-regolazione ormonale (soprattutto di cortisolo e ghrelina), stimolando fame e riducendo il consumo energetico.
  • Farmaci: alcuni medicinali (corticosteroidi, antidepressivi, beta-bloccanti, anti-istaminici) possono rilento il metabolismo o favorire la ritenzione idrica.
  • Alimentazione squilibrata: carenze nutrizionali, diete monotone, assenza di fibre e di nutrienti essenziali alterano il metabolismo e favoriscono squilibri glicemici.
  • Microbiota intestinale alterato: un disequilibrio dei batteri intestinali può incidere sulla regolazione dell’appetito e sulla gestione energetica dell’organismo, influenzando indirettamente il peso.
  • Poca attività fisica: uno stile di vita sedentario determina adattamenti metabolici che spingono il corpo a ridurre ulteriormente il dispendio calorico basale.

La gestione efficace del peso, dunque, non può prescindere da un approccio multidisciplinare orientato a ripristinare equilibri ormonali, metabolici e comportamentali. In presenza di inspiegabile aumento ponderale, è sempre raccomandabile affidarsi a professionisti esperti per una valutazione globale e mirata.

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