Allerta su questi dolcificanti artificiali: ecco quali sono potenzialmente cancerogeni secondo gli studi

Negli ultimi anni, la sicurezza dei dolcificanti artificiali ha attirato crescente attenzione da parte della comunità scientifica e delle autorità sanitarie internazionali. Consumati ogni giorno da milioni di persone, questi composti sono onnipresenti in prodotti come bibite dietetiche, gomme da masticare, yogurt a basso contenuto calorico e numerosi alimenti “light”. Tuttavia, i risultati di alcuni studi epidemiologici e le valutazioni di enti di riferimento hanno sollevato preoccupazioni in merito alla possibile cancerogenicità di alcuni dolcificanti. In particolare, aspartame e acesulfame-K sono oggi oggetto di un intenso dibattito, in virtù delle evidenze scientifiche che ne hanno suggerito un potenziale rischio per la salute umana.

Le valutazioni scientifiche sull’aspartame

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), organo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha recentemente classificato l’aspartame come “possibilmente cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 2B). Questa valutazione si è basata su studi epidemiologici che hanno mostrato una possibile associazione tra il consumo regolare di questa sostanza e l’incremento del rischio di alcune forme tumorali, come ad esempio il carcinoma epatocellulare e tumori legati all’obesità, oltre al tumore al seno.

Tuttavia, la IARC sottolinea che la classificazione “possibilmente cancerogeno” non corrisponde a un rischio certo o imminente, ma riflette la presenza di prove limitate sull’effettiva capacità dell’aspartame di indurre il cancro nell’uomo. In pratica, una sostanza inserita in questo gruppo presenta alcune indicazioni di rischio, ma i dati non sono sufficienti per affermare una relazione causale definitiva. L’attuale dose giornaliera accettabile (DGA) per l’aspartame, fissata dalle autorità sanitarie europee a 40 mg/kg di peso corporeo, non è stata modificata in seguito a queste valutazioni. Per superare tale soglia, un adulto di 70 kg dovrebbe ingerire quantità significativamente elevate di prodotti contenenti aspartame, ben superiori all’assunzione media quotidiana della popolazione.

Altri dolcificanti sotto osservazione: acesulfame-K e ogni consumo eccessivo

Le attenzioni non si concentrano solo sull’aspartame. Acesulfame-K (Acesulfame potassico) è un altro dolcificante che recenti studi hanno correlato a un possibile aumento del rischio di tumori, soprattutto in seguito a consumo elevato e prolungato nel tempo. In una grande coorte europea studiata nel 2022, si è osservato che sia il consumo totale di edulcoranti che quello specifico di aspartame e acesulfame-K era associato a un incremento del rischio di tumori al seno e di tumori legati all’obesità.

Gli autori della ricerca sottolineano tuttavia che si tratta di un’associazione statistica, non di una prova diretta di causalità, e invitano ad approfondire la valutazione tenendo conto di altri fattori di rischio come stile di vita, predisposizione genetica e alimentazione complessiva. L’invito è a non eccedere nel consumo di prodotti contenenti edulcoranti e ad adottare principi di moderazione e variabilità della dieta, valori chiave in ogni modello alimentare equilibrato.

Effetti collaterali a lungo termine e altre preoccupazioni metaboliche

L’attenzione degli scienziati non si rivolge solo al possibile rischio oncologico. Numerose ricerche hanno valutato gli effetti a lungo termine dei dolcificanti artificiali sul metabolismo e sulla salute complessiva. Alcuni lavori hanno evidenziato che un consumo cronico ed elevato di edulcoranti è associato ad una maggiore incidenza di obesità, ipertensione, diabete di tipo 2 e sindrome metabolica. Da una recente metanalisi, emerge come gli studi osservazionali indichino una correlazione tra consumo di dolcificanti artificiali e peggioramento di questi parametri, sebbene gli studi randomizzati non confermino un effetto diretto sulla perdita di peso.

Un ambito di ricerca emergente riguarda inoltre l’impatto dei dolcificanti artificiali sul microbioma intestinale, vale a dire sulla popolazione di batteri che abita l’intestino e gioca un ruolo cruciale nella regolazione di metabolismo, immunità e processi infiammatori. Si è osservato che il consumo di dolcificanti può modificare in modo significativo la composizione del microbioma, alterando sia la diversità che l’equilibrio delle diverse specie. Queste alterazioni potrebbero a loro volta avere ripercussioni sulla tolleranza al glucosio e sulla salute complessiva della persona, anche se le prove sono ancora considerate preliminari.

Raccomandazioni e prospettive delle agenzie sanitarie

Le principali agenzie regolatorie alimentari mondiali, come EFSA, FDA e l’OMS, continuano a monitorare i dati emergenti e aggiornano periodicamente le loro raccomandazioni. Attualmente, non ci sono motivi per vietare universalmente l’uso dei dolcificanti artificiali, ma occorre una sorveglianza costante e un’attenta valutazione della dose giornaliera accettabile. Il principio di fondo suggerito è la moderazione: il consumo moderato di dolcificanti sembra sicuro per la maggior parte delle persone, ma l’uso intensivo e continuativo, specie in fasce vulnerabili come bambini, donne in gravidanza e soggetti con patologie croniche, dovrebbe essere attentamente valutato.

La presenza di edulcoranti artificiali in migliaia di prodotti rende necessaria una maggiore consapevolezza sia nel consumatore che nei professionisti sanitari. L’informazione corretta e aggiornata, insieme alla lettura attenta delle etichette alimentari, rappresenta uno strumento importantissimo per compiere scelte alimentari consapevoli e responsabili.

Lista dei dolcificanti più discussi e relative evidenze

  • Aspartame: attualmente classificato dalla IARC come “possibilmente cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 2B). I dati epidemiologici hanno evidenziato associazioni tra alti consumi e alcuni tipi di tumore, ma non vi è prova di causalità diretta. La dose giornaliera accettabile è di 40 mg/kg di peso corporeo.
  • Acesulfame-K: correlato da alcuni studi a rischi simili a quelli dell’aspartame per quanto riguarda le forme tumorali legate all’obesità e il tumore al seno. Soggetto a monitoraggio da parte delle autorità sanitarie.
  • Saccharina e sucralosio: meno al centro dell’attenzione negli ultimi studi, ma da tempo sorvegliati per dati discordanti sul loro profilo di sicurezza. Attualmente non classificati come cancerogeni da IARC, ma consigliato comunque il consumo moderato.
  • Ciclammati: vietati negli Stati Uniti ma ancora utilizzati in alcuni paesi europei, sono stati oggetto di valutazione specifica in passato; oggi i dati non supportano una cancerogenicità acclarata, ma rimane il principio di precauzione.
  • Stevia (in forma raffinata come Rebaudioside A): di origine naturale, è considerata sicura alle dosi abituali di consumo e non è correlata a rischi cancerogeni finora individuati.

Va ricordato che la cancerogenicità dipende sempre dal dosaggio, dalla durata e dalle condizioni di consumo. Numerosi studi evidenziano che i rischi osservati derivano da un’assunzione elevata e ripetuta nel tempo, generalmente superiore alle quantità normalmente assunte attraverso una dieta equilibrata.

Conclusioni: consapevolezza e scelta informata

Le più recenti evidenze scientifiche suggeriscono che alcuni edulcoranti artificiali – in primo luogo aspartame e in misura minore acesulfame-K – sono sotto osservazione per un potenziale rischio cancerogeno, sulla base di dati epidemiologici e ricerche sperimentali. Attualmente, le prove sono considerate limitate, e il consumo occasionale e moderato di questi composti rimane sicuro per la popolazione generale secondo le autorità sanitarie, purché siano rispettate le dosi giornaliere raccomandate.

Restano fondamentali la trasparenza delle informazioni, la lettura attenta delle etichette e la consapevolezza che nessun alimento o dolcificante dovrebbe essere consumato in modo smisurato. Adottare uno stile di vita equilibrato, con una alimentazione varia e moderata, è la migliore difesa verso i potenziali rischi associati ai dolcificanti artificiali e alle malattie croniche in generale.

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